Marcello Carlino

MARCELLO CARLINO

Deserto di terre lunari e inquiete solitudini, luci d’alba perse in lontananze abissali prima che il tempo fosse e respiro cosmico al di là di ogni tempo, infinitamente piccolo come ciò che origina nel seno della materia e insondabile universo sporto oltre le misure dell’uomo, dramma di ciò che è trattenuto dall’essere e speranza di ciò che potrà nascere, passato e futuro possibile, presenze (pianeti, corpi celesti, soli spenti) e assenze (vuoti, distese di nulla), vita e morte: la pittura di Francesco Paolo Stravato sciorina questi oggetti e questi significati intrecciandoli con le sue lucide trame geometriche, con il suo ritmo da adagio e maestoso musicali, con le sue forme scabre ed essenziali che sembrano recare la traccia di remote preesistenze, con i suoi colori sabbiosi, introversi, riflessivi, accordati sul tono di una malinconica sospensione.